Tuscania, Chiesa di San Pietro
Date
6 febbraio 2019
OGGETTO:
Dipinti murali frammentari
DATAZIONE:
XII-XIII secolo
UBICAZIONE:
Abside
COMMITTENTE:
ISCR (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro)
Arch. Donatella Cavezzali
Dott.ssa Carla Giovannone
IL PROBLEMA:
L’intervento ha avuto il compito ed il privilegio di coordinare e portare a conclusione il progetto, iniziato da diversi anni con l’impiego di numerose professionalità e competenze, per il recupero dei residui di dipinti murali ancora in loco nell’abside della chiesa di San Pietro e per e la valorizzazione dei frammenti da essa provenienti, recuperati a seguito del terremoto del 6 febbraio 1971.
L’immagine di San Pietro, strappata e trasportata su supporto mobile dalle maestranze dell’ICR (allora Istituto Centrale per il Restauro) immediatamente dopo il sisma, non era stata fino ad oggi ricollocabile al suo posto a causa delle forti deformazioni subite dalla superficie muraria. Il restauro conservativo dei dipinti residuali rimasti in situ, effettuato nel 2014, risultava incompleto nella porzione relativa ai pilastri dell’arco absidale. La catalogazione ed il progetto per la ricomposizione dei frammenti provenienti dalla calotta crollata, avviato già dal 2006 e portato avanti progressivamente con diverse campagne, andava portato a termine.
IL METODO:
Per poter riportare il San Pietro al centro della parete absidale è stato necessario sostituire il supporto rigido e spesso degli anni ‘70 con uno di nuova generazione, in grado di assorbire e smorzare visivamente le deformazioni della parete retrostante e contestualmente di restituire all’opera lo spessore minimo dell’intonaco originale. Il risultato ottenuto è quello di dare al dipinto l’aspetto di un frammento pittorico perfettamente assimilabile a quelli circostanti, mai staccati dal supporto murario. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie di rilievo tridimensionale delle superfici, e di materiali e tecniche all’avanguardia nel campo del restauro e della conservazione.
In conseguenza della ricollocazione del Santo si è evidenziata la necessità di completare il restauro del ciclo dell’abside, il che ha compreso una parziale revisione dei criteri di integrazione delle parti mancanti (precedentemente trattate in modo rigorosamente archeologico) per restituire ove possibile un’immagine meno frammentaria e più coerente con la maggiore integrità della porzione centrale.
Il complesso progetto di ricerca sui frammenti recuperati in cassette dopo il terremoto, si è conclusa con la ricomposizione della figura dell’angelo superiore sinistro della calotta. Le porzioni individuate con certezza sono state applicate su una ortofoto in scala 1:1 applicata su un pannello di supporto costruito sulla base del modello 3D della calotta dell’abside. La metodologia definitiva era stata messa a punto nella precedente campagna, in cui era stato ricomposto l’angelo superiore sinistro, e si è basata in parte sulle esperienze di ricomposizione adottate per gli affreschi di San Francesco ad Assisi e di Mantegna a Padova.
La ricerca ha anche portato al ritrovamento e al riposizionamento di frammenti appartenenti al dipinto della Madonna della Misericordia, situata nella parte bassa del sott’arco a destra dell’abside, che ha ritrovato così la sua integrità.
Nella fase finale, ancora in corso, stiamo creando un database per la catalogazione di tutte le cassette di frammenti che non hanno ancora trovato collocazione e l’archiviazione di tutti i dati conoscitivi raccolti nel corso del progetto.